COS'È IL COTONE BIOLOGICO "IN CONVERSION"?
Da un po' di tempo a questa parte potresti avere letto o sentito parlare di cotone biologico “in conversion”.
Se, come me, la prima volta hai dato una bella grattata alla testa chiedendoti cosa fosse, questo articolo potrebbe toglierti molti dubbi.
Della differenza tra cotone standard e cotone biologico te ne abbiamo già parlato. Se non avessi letto l’articolo puoi leggerlo cliccando QUI:
Ora ti racconto che cos’è questa “misteriosa” novità del in conversion.
CHE COS’È?
Semplificando molto, il cotone biologico in conversione riguarda tutte quelle coltivazioni che sono passate ad un sistema biologico, ma sono ancora in attesa di certificazione.
La certificazione ufficiale sul cotone biologico verrà ottenuta dopo circa 3 anni, durante i quali coltivazioni e produzione vengono sottoposte a diversi controlli annuali per verificare che vengano rispettate tutte le norme per la coltivazione del cotone biologico.
Ti elenco qua le principali:
- il suolo deve essere bonificato da tutte le sostanze chimiche (per quello il 1° anno di conversione” il cotone raccolto viene ancora considerato standard e non può essere venduto come “organic in conversion”);
- non devono essere utilizzati OGM;
- l’utilizzo dell’acqua deve essere ottimizzato, evitando sprechi ed inquinamento;
- la produzione deve essere etica, rispettando salute, diritti e salari dei lavoratori ed il territorio circostante.
FIDARSI O NO?
“Chi mi garantisce l'effettiva transizione ad una coltivazione biologica?
Se ti fosse passata per la mente questa domanda, sappi che è successo anche a me.
Fidarsi di chi sta cambiando è sempre un passo difficile, ma necessario per sostenere un cambiamento.
Le aziende che hanno deciso di fare questo importante passo hanno fatto una scelta coraggiosa, mettendosi in gioco, rischiando molto e affrontando costi molto più elevati rispetto al passato.
La presenza della certificazione G.O.T.S., l’ente più affidabile in fatto di certificazioni tessili, può essere uno strumento in più per assicurarti che la conversione venga controllata seguendo tutti i criteri.
CI SONO DEI “CONTRO”?
Ti segnalo anche un paio di contro, anticipandoti che riguardano più le aziende che il cliente finale:
- i tempi per la certificazione sono lunghi e non semplici da sostenere;
- le aziende che hanno fatto questa scelta di conversione avranno inizialmente costi più alti di produzione che potrebbero riflettersi sulla stabilità economica dell’azienda, non potendo vendere la fibra ai prezzi del cotone biologico certificato;
L'attenzione da parte del cliente finale, come sempre, deve essere rivolta alla storia del brand ed alla trasparenza della sua produzione.
Come consigliamo sempre, ogni acquisto va fatto sempre con consapevolezza, magari supportando chi lavora per rendere la moda un settore più sostenibile.