Il cotone biologico ora è italiano!

Il cotone biologico ora è italiano!

Luca Bensi

Sapevi che il cotone che trovi dentro ai tuoi capi solitamente non arriva dall’Italia?

I maggiori coltivatori e produttori di cotone al mondo sono: India, Usa, Egitto, Bangladesh, Cina, Kyrgyzstan, Turchia ed in Europa Grecia, Spagna e Bulgaria.

E se ti dicessi che il cotone biologico oggi viene coltivato anche in Italia?

Sembra fantascienza, anche se sarebbe meglio dire che il cotone "ritorna" ad essere coltivato in Italia.


UNA BREVE STORIA

Vecchia coltivazione di cotone in Sicilia - Foto E.Sala
Photo credit: gelaleradicidelfuturo.com (foto di E.Sala)

Fino agli anni ‘60 il cotone veniva coltivato nel sud Italia.

La coltivazione fu successivamente abbandonata per la grande diffusione delle fibre sintetiche, sicuramente più economiche e quindi più redditizie.

Un motivo chiave che ha condizionato l'industria tessile, fino ad oggi.

Negli ultimi anni ci si è finalmente accorti infatti dell’impatto negativo che hanno le fibre sintetiche nella vita di tutti i giorni.

Le informazioni sull'importanza di una moda più sostenibile sono sempre più diffuse e le persone stanno prendendo sempre più consapevolezza sul tema (siamo orgogliosissimi di contribuire a questo cambio di prospettiva fin dal 2016).

Una maggiore attenzione del cliente finale ha portato ad una maggior richiesta di fibre sostenibili.

La conseguenza a lungo termine che sta emergendo è che governi, brand e industria tessile si trovano finalmente costretti ad adeguarsi a questo nuovo interesse.

Anche in Italia!


I PROGETTI ITALIANI

Il Gruppo GEST e Albini
Il gruppo GEST e Albini - Photo credit: ilsipontino.net

 

Negli ultimi 2 anni anche in Italia è cominciata la coltivazione del cotone biologico, attraverso un sistema che segue la rotazione naturale agricola del suolo e che ottimizza l’utilizzo di acqua per evitare spreco di risorse.

L’azienda che per prima ha sviluppato e portato fino in fondo questo progetto è la GEST di Pietro Gentile e Michele Steduto, una realtà pugliese che ha avuto il coraggio e la determinazione di prendere una strada rivoluzionaria, trovando un  supporto fondamentale nel gruppo tessile Albini.

Attualmente il cotone biologico viene coltivato in Puglia e Sicilia, ambienti ideali per la pianta, coprendo un’area di circa 300 ettari.

Esiste anche un progetto a livello europeo, Apulia Regenerative Cotton Project, che coinvolge anche l’Armani group e altre realtà come il network S ustainable Markets Initiative lanciato dal Re Carlo III d'Inghilterra nel 2021.

Un progetto pilota che mira a sviluppare in Italia uno dei primi campi sperimentali di cotone secondo il sistema colturale rigenerativo e agroforestale.


VANTAGGI e SVANTAGGI

Oltre ai già noti vantaggi del cotone biologico rispetto al cotone standard (che ti abbiamo già raccontato in questo articolo), avere una coltivazione totalmente italiana della pianta porterebbe ulteriori vantaggi ed alcuni svantaggi.

Te li elenco qui, promettendoti di aggiornarli con il tempo.

VANTAGGI

  • la possibilità di avere una produzione 100% Made in Italy
  • una tracciabilità completa e più facile da controllare per le aziende italiane
  • una nuova possibilità di sviluppo dell’industria tessile italiana, senza necessariamente fare affidamento solo su importazioni dall’estero.

SVANTAGGI

  • il costo di coltivazione è più elevato che si ripercuote di conseguenza su tutta la filiera (fino al consumatore finale)
  • almeno inizialmente l’utilizzo del cotone biologico italiano potrebbe essere sostenibile economicamente solo per i luxury brand
  • la raccolta relativamente limitata (ma che per ora riesce a soddisfare la richiesta)

Avverto sempre questa sensazione che una moda veramente sostenibile ed il sogno della filiera corta totalmente italiana rimangano un lusso che pochi (sia tra i brand che tra i consumatori finali) si potranno permettere

Mi piace però vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, e considero comunque  questo passo l’inizio di una nuova bellissima strada!

E se in futuro coinvolgesse anche Defeua?

Torna al blog